mercoledì 23 gennaio 2013

Senato illegale?



In queste elezioni tutto si gioca al Senato. In virtù dell'attuale legge elettorale come si sa il centrosinistra (se i dati di tutti i sondaggi trovassero conferma nelle urne) avrà una solida maggioranza alla Camera ma rischia di non avere un numero di seggi al Senato sufficiente per governare autonomamente.
Indipendentemente da questo però si tace sul fatto che la composizione del Senato rischia fortemente di essere illegittima.


E' accaduto nel 2006, non è accaduto fortuitamente nel 2008, molto probabilmente accadrà nel 2013 che alcuni senatori, che per legge dovrebbero essere eletti, debbano lasciare il proprio posto ad altri senatori che non ne avrebbero diritto.


Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: non sto dicendo che una coalizione avrà più o meno seggi di quelli che dovrebbe avere, ma che all'interno delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra (tutti gli altri si presentano con una unica lista) ci sarà una distribuzione dei senatori tra i vari partiti differente da quella stabilita dalla legge elettorale. Come è possibile questo? Grazie ad una interpretazione del Ministero dell'Interno che nel redigere le istruzioni per il riparto dei seggi capovolge ciò che è scritto nella legge. Badate bene, non è un problema di interpretazione per cui una norma può essere letta in più modi: la norma è chiara e inequivoca, ma il Ministero ha preso un'altra strada.


Nel 2006 a Palazzo Madama sedevano 8 senatori che secondo la legge elettorale non avrebbero dovuto essere lì, mentre c'erano 8 candidati che avrebbero dovuto essere in Senato ma sono stati dichiarati non eletti.



Spiegherò più avanti il tecnicismo che sta dietro a tutto questo in modo che chi vuole può "divertirsi" a capire il perché di queste mie affermazioni. Qui si impongono subito due riflessioni:

1) uno degli 8 senatori "abusivi" era Franco Turigliatto eletto in Piemonte come secondo candidato nella lista di Rifondazione Comunista. Se la legge fosse stata applicata correttamente, Rifondazione Comunista avrebbe avuto diritto ad un solo seggio e avrebbe dovuto "cedere" il suo secondo seggio alla Rosa nel Pugno che invece fu esclusa dal riparto dei seggi. Si dirà: va beh in fondo entrambi i partiti sostenevano Prodi, alla fine se è di un partito o di un altro poco cambia. Neanche per sogno: Turigliatto fu uno dei senatori che contribuì a far cadere Prodi a inizio 2008 spalancando la strada al ritorno al potere di Berlusconi.  


2) sono passati 7 anni da allora (i ricorsi che ne seguirono furono affossati 2 anni dopo complice anche lo scioglimento delle camere) e nulla è stato fatto per porre rimedio.


*** *** ***


Ora, per chi vuole rovinarsi un po' il cervello e capire in dettaglio come si arriva a tutto ciò, vediamo cosa dice la legge elettorale, il cosiddetto "Porcellum"...


(qui il testo della legge)


All'articolo 4 p.8  viene riscritto l'articolo 17 della preesistente legge elettorale del '93 dove troviamo le regole di riparto dei seggi per il Senato.


Comma 2: dopo il riparto di seggi tra chi ha superato la soglia di sbarramento richiesta (20% per le coalizioni e 8% per liste singole), si verifica se la coalizione vincente ha ottenuto il 55% dei seggi.


Comma 3: se la verifica del comma 2 ha dato esito positivo, ammette al riparto dei seggi all'interno di ciascuna coalizione solo le liste che hanno superato il 3% e procede quindi al riparto.


Comma 4, 5 e 6: se la verifica del comma 2 ha dato esito negativo, assegna d'ufficio il 55% dei seggi alla coalizione vincente e il rimanente 45% a tutti gli altri. All'interno poi di ciascuna coalizione vengono ripartiti i seggi tra le singole liste.


In questo secondo caso non si fa riferimento a nessuna soglia del 3% ed il riparto va fatto quindi tra TUTTE le liste che compongono la coalizione.

In soldoni: se la coalizione vincente arriva da sola al 55% dei seggi si distribuiscono i seggi solo alle liste che hanno superato il 3%, altrimenti gli si assegnano d'ufficio il 55% dei seggi che vengono ripartiti tra TUTTE le liste delle varie coalizioni.

Il Ministero dell'Interno invece ha dato disposizione agli uffici elettorali di procedere al riparto dei seggi tra le liste della coalizione escludendo SEMPRE le liste sotto al 3% indipendentemente dal fatto se il 55% dei seggi è stato raggiunto o meno.


Qualcuno ha provato a sostenere che il fatto che nella seconda ipotesi non sia specificato lo sbarramento al 3% sia solo una svista ma è una tesi facilmente smontabile. Intanto le leggi vanno prese alla lettera e non è ammissibile alcuna "svista"; poi in sede di approvazione della legge fu presentato un emendamento che estendesse anche all'ipotesi di premio di maggioranza lo sbarramento al 3% (proprio perché ci si era accorti di questa differenza) ma fu bocciato (quindi ci fu una decisione di merito, ma soprattutto non si può parlare di svista).


Ma soprattutto la norma (pur nella follia generale del porcellum) ha una sua logica! La legge è di tipo proporzionale per cui soglie di sbarramento o premi di maggioranza sono dei correttivi per dare maggior peso ai partiti maggiori. Prevedere un premio di maggioranza al 55% e contemporaneamente una soglia di sbarramento al 3% sarebbe un doppio correttivo che potrebbe portare a risultati abnormi.

Si consideri il seguente esempio (qui esporrò un caso estremo per evidenziare meglio il paradosso ma nella realtà potremmo non essere così distanti) dove in una regione supponiamo di avere i seguenti risultati:

PDL 16%, Lega 2,5%, Fratelli d'Italia 2,5%, La Destra 2,5%, MIR 1,5%, totale coalizione 25%;
PD 20%, SEL 2,5%, CD 1,5%, totale coalizione 24%;
Lista Monti 23%;
Movimento 5 Stelle 22%;
Rivoluzione Civile 6%.
Se questa regione fosse la Lombardia, che assegna ben 49 senatori, vince la coalizione di centrodestra che ha quindi diritto al premio di maggioranza pari a 27 senatori. Secondo l'applicazione della legge decisa dal Ministero questi 27 senatori andrebbero tutti al PDL con appena il 16% e nulla avrebbero le altre liste che pure rappresentano ciascuna ben il 10% della forza della coalizione.

Cosa significa questo? Che la legge giustamente stabilisce lo sbarramento al 3% solo se la coalizione arriva da sola al 55% perché ragiona in questo modo: se tu sei così forte da arrivare da solo al 55% come minimo hai un margine di 10 punti sul secondo (ma che può essere più alto se le forze in gioco sono più di 2 o se comunque arrivi anche oltre il 55%) per cui si può ragionevolmente dire che le liste più piccole che hanno preso meno del 3% risultano ininfluenti per la tua vittoria per cui, per evitare eccessiva frammentazione in piccoli partiti, non gli assegniamo seggi. Se viceversa vinci con poco margine di vantaggio ti regalo dei seggi in più ma anche le piccole liste risultano decisive per la tua vittoria per cui anche l'1% di un piccolo partito merita considerazione, o comunque il peso dei piccoli partiti è più alto dei voti numericamente conseguiti. 

Nell'esempio proposto sopra visto che alla coalizione del centro destra vengono assegnati d'ufficio il 55% dei seggi (a fronte di un 25% di voti) è come se i voti della Lega & C. pesassero oltre il 5% per cui è giusto che dei 27 seggi alcuni vadano anche alle liste minori.

L'esempio concreto del Piemonte 2006. Nella regione vinse la coalizione di Berlusconi di misura (50,51% contro 49,49% di Prodi). Facendo il riparto dei seggi provvisorio i 22 seggi sarebbero andati 11 a ciascuna coalizione. Intervengono quindi i commi 4, 5 e 6 della legge elettorale per cui d'ufficio alla coalizione di Berlusconi sono stati assegnati 13 seggi (55% arrotondato all'unità superiore) e i restanti 9 alla coalizione di Prodi che presentava i seguenti voti di lista:

- DS                         16,89%
- Margherita              11,74%
- Rifondazione Com.    8,07%
- insieme con Unione   4,43%
- IDV                         3,29%
- Rosa nel Pugno         2,66%
- Pensionati                1,53%
- udeur                       0,60%
- Socialisti                  0,30%

L'ufficio elettorale ha escluso dal riparto le ultime 4 liste e assegnato quindi 3 seggi ai DS, 2 a Margherita e Rifondazione e 1 a Insieme con l'Unione e Idv.

Se avessero applicato correttamente la legge, al calcolo di riparto dei seggi avrebbero dovuto partecipare tutte le liste e il conto finale sarebbe stato differente: 3 seggi ai DS; 2 alla Margherita; 1 ciascuno a Rifondazione, Insieme con l'Unione, Idv e Rosa nel Pugno.

La stessa cosa è successa in altre regioni per cui alla fine ci sono stati 8 senatori "abusivi" all'interno di entrambe le coalizioni.


Nel 2008 invece non ci sono stati problemi perché le coalizioni erano composte solo da 2 partiti (il PD era insieme all'IDV e il PDL insieme a Lega al nord e insieme a MPA al sud) e le liste più piccole hanno comunque superato il 3% in tutte le regioni.


Quest'anno prevedo invece che ci saranno diversi casi scottanti:

- per la grossa frammentazione (due coalizioni grandi, oltre alla lista Monti e M5S accreditate sopra il 10% e Rivoluzione Civile accreditato di un 5-7%) in nessuna regione una coalizione arriverà in maniera autonoma al 55% dei seggi per cui dappertutto sarà assegnato il premio di maggioranza;
- le coalizioni, soprattutto quelle di centrodestra sono formate da tante piccole liste che su parecchie regioni difficilmente arriveranno al 3%.

Avremo per cui seggi assegnati al PD che per legge spetterebbero a Centro Democratico o altre liste di contorno da una parte e, dall'altro, seggi assegnati al PDL o alla Lega che per legge spetterebbero alle liste minori (Fratelli d'Italia, Mir, ecc. ecc.).


Ma sembra che a nessuno glie ne importi qualcosa....



Nessun commento:

Posta un commento